Terrorismo e capitalismo, l’altra faccia della medaglia

terrorismo e capitalismo

La definizione Terrorismo è molto vaga, per i più la figura del terrorista che ora ci viene additata come quella del «nemico» da abbattere è il miliardario saudita che, ordina l’attacco alle Torri Gemelle; è l’islamista fanatico, che in nome di Allah uccide se stesso e migliaia di innocenti; è il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo ad una folla.

Per altri il «terrorista» è l’uomo d’affari che arriva in un paese povero con nella borsetta non una bomba, ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione ed inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco.

E’ la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino, o la diga che disloca decine di migliaia di famiglie, o semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, o speculatori finanziari che si improvvisano industriali e stravolgono le regole con la scusa di salvare le aziende, fino al giorno in cui è più conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro.

Voglio solo dire che il terrorismo, come modo di usare la violenza, può esprimersi in varie forme, a volte anche economiche, e che sarà difficile arrivare ad una definizione comune del nemico da debellare.

I capi di Stato delle nazioni ritenute possibili obiettivi terroristici, si riempiono la bocca della parola “civiltà” che sarebbe sotto assedio.

Civiltà, è sinonimo di progresso, in opposizione a barbarie, per indicare tutto ciò che nella vita di un popolo o di una società è suscettibile di miglioramento.”

Eppure grazie proprio a quei paesi portatori di civiltà, secondo Oms, i morti per inquinamento nel mondo ammontano a circa 7 milioni. Fonte ANSA

Secondo la Fao, nei Paesi poveri sono state incentivate le produzioni di cereali destinate ad essere esportate e successivamente utilizzate come mangime per l’allevamento intensivo del bestiame, che si trasforma in tonnellate di carne e va a costituire la dieta squilibrata del Nord del mondo, dove l’emergenza sanitaria è ormai costituita dall’obesità e da tutte le malattie connesse alla sovralimentazione e all’eccessivo consumo di prodotti animali, mentre il Sud del mondo si vede sottrarre quelle proteine vegetali con cui potrebbe garantire la sopravvivenza ai suoi figli.

Secondo la rivista medica The Lancet, nel mondo ci sono 2,1 miliardi di persone sovrappeso, di cui 671 milioni sono obesi. Di questi più della metà vivono in soli dieci paesi del mondo. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti con 86,9 milioni di persone obese. La Cina segue a stretto giro: 62 milioni l’anno scorso. Il 9 per cento di tutti gli obesi del mondo.

Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, se si confrontano i numeri dei morti causati, sul suolo americano, dalle armi da fuoco e dal terrorismo sono 316.545 contro 36. Fonte bergampost

Sono solo alcuni dati fra i più impressionanti relativi alla civiltà occidentale così com’è, e così come è stata diffusa in tutti i paesi del mondo, islamici compresi. Forse sarebbe il caso di ripensare a come noi viviamo, “E vorrebbero convincerci che questo è ‘il migliore dei mondi possibili’ e che dobbiamo esportarlo per ogni dove”.