L’Olanda s’è arricchita con l’euro, per questo il 13% di Wilders è oro

Di Paolo Becchi e Fabio Dragoni su Libero, 19/03/2017

 


Un sospiro di sollievo dopo l’altro. Quasi un ansimare. Sembra di stare sul set di un film a luci rosse. In questo si è trasformata l’Europa (anzi leuropa niente apostrofi e tutto miniuscolo vi va bene?) dopo la conclusione delle elezioni politiche olandesi.

I populisti brutti e cattivi sono stati fermati. Poco importa che abbiano aumentato di un terzo la propria rappresentanza parlamentare. L’Olanda culla di civiltà (quella con le canne libere e le donnine allegre in vetrina per intendersi) ha fermato Wilders. A poco serve ricordare che «Rütte libero» il premier uscente – un Monti olandese per intendersi – ha ridotto la sua rappresentanza parlamentare di un buon 25 per cento e dovrà improvvisarsi saltimbanco (cosa che peraltro gli riesce benissimo) per mettere insieme un’accozzaglia (ricordate?) che possa governare il paese dei tulipani.  Niente. Gli olandesi sono gente civile mica come gli zotici inglesi di Sunderland che votarono Brexit in massa. A nulla serve ricordare che Djisselbloem (il Renzi olandese e capo dell’Eurogruppo) ha visto liquefarsi la sua pattuglia dei parlamentari. Ridottasi di oltre il 60 per cento. Gli olandesi sono gente seria. Mica gli operai della cintura della ruggine in Pennsylvania che hanno inspiegabilmente votato Trumpone. Niente. Il nostro Paolo Gentiloni Silveri nobile di Filottrano, Cingoli e Macerata twitta giulivo che leuropa è salva.

Ma è veramente così? No, non è affatto così e soprattutto il biondone Wildersi ha fatto un mezzo miracolo. Anzi, uno intero e forse uno e mezzo. Proviamo a spiegarvi perché. Il dna del populista contiene due genomi inscindibili: il recupero della sovranità monetaria e la difesa delle frontiere. Due cose niente affatto strane e niente affatto antistoriche visto che dal dopoguerra ad oggi gli stati indipendenti al mondo sono passati da circa 70 ad oltre 200. Ed il biondone Wilders alleato a Strasburgo di Marine e Matteo si è battuto come un leone. Anche se negli ultimi giorni hanno iniziato a copiarlo spudoratamente scatenando per pura coincidenza una guerra diplomatica con la Turchia che si spegnerà ancor più rapidamente di come è sorta.

Wilders vorrebbe pure portare l’Olanda fuori dall’Ue. Per questo ci sta simpaticissimo. Ma sussurriamoli in un orecchio che un olandese euroscettico non si può proprio vedere. E neppure sentire. Un ossimoro vivente. Perché? Semplice. È una questione di vile denaro. I Paesi Bassi sono una stranissima economia. Hanno un Pil che è il 40 per cento del nostro. Più o meno. Ma hanno un avanzo commerciale superiore al nostro anche in valore assoluto. 60 miliardi contro i nostri 52. E già questo dovrebbe indurci a riflettere. Bravi quanto vogliamo. Gli olandesi sono sempre stati degli assi nel commercio. Ma qui qualcosa non torna. Indaghiamo ancora. E cosa scopriamo? Che l’Olanda registra un avanzo commericale stratosferico con l’Ue. La bellezza di 175 miliardi. Quasi un terzo del suo Pil. E nello stesso tempo un deficit di 115 miliardi col resto del mondo.

In poche parole se l’Unione europea affondasse di colpo sotto uno tsunami questi persiani d’Europa andrebbero incontro alla più devastante crisi valutaria del pianeta con un deficit commerciale che veleggia intorno al 20 per cento del loro Pil. La tanto bistrattata Italietta invece se la gioca benone sia in Europa che nel Mondo. Anzi superato lo stretto di Gibilterra siamo ancora più forti visto che facciamo oltre il 75 per cento del nostro avanzo commerciale fuori dall’Ue. Ecco perché Wilders ha fatto un miracolo. Perché comunque l’Europa rimane un affare d’oro per il Paese dei tulipani. E delle canne libere e delle donnine allegre in vetrina.